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Bagno Prefetti

Messaggioda Zephyr » 04/09/2013, 23:35

[newsgoth]
Sala Grande - Orario della colazione - Martedì


Quella mattina si era svegliato per la prima volta dopo molte notti trascorse con forse due, massimo tre ore di sonno.
Avere in parte il sangue di un vampiro gli conferiva un fabbisogno minore di riposo per stare bene, per questo quel giorno, non appena messi i piedi per terra, percepì nei muscoli una forza straordinaria, e i sensi reagivano anche più del dovuto, facendogli ascoltare tal volta anche conversazioni che non avrebbe voluto sentire per scarso interesse. Interessante l'effetto che faceva su di lui una notte intera con sei ore piene di sonno.
Non aveva sognato, o almeno non ricordava di aver fatto sogni, ma la cosa era ben poco rilevante, a lui non importava questo, importava più che altro portare a termine un impegno che si era prefissato fin dal giorno precedente.
Mentre scendeva le scale, vestito ancora con abiti informali e senza divisa poiché le lezioni per lui sarebbero cominciate solo dalle 11:00, incrociò alcune ragazze della Cyprus che tentarono di attaccare bottone, peccato che Kenway non aveva assolutamente un minuto da perdere con loro.
Non le liquidò né con una parola né con un gesto, semplicemente proseguì per la sua strada, non rispondendo a domande o affronti.
Per lui quella mattina una maglietta attillata nera e dei jeans blu scuro, scarpe da trekking sempre nere ai piedi, spilla da Prefetto altezza cuore.
Arrivato al pianterreno, camminò con passo spedito ma non frettoloso fino alla stanza dove solitamente tutti gli studenti si riunivano per fare colazione, pranzo e cena; in quel caso si trattava del primo pasto della giornata, essendo poco più che le 09:15.
Pochissimi allievi ai tavoli, quelli più grandi che, avendo scelto solo determinate materie da portare avanti nel percorso scolastico, si ritrovavano con lezioni nella tarda mattinata se non in casi più rari, anche primo pomeriggio.
Sapeva perfettamente che la prima lezione in vista per Ariel Jiménez quella mattina era Incantesimi, delle 12:30, quindi era certo non solo di trovarla lì, ma molto probabilmente di trovarla libera, ed infatti, la vide non tanto distante, vicina a un paio di compagne intenta a conversare.
Per la prima volta, guardandola, provò una sensazione diversa del solito, forse a fronte della consapevolezza raggiunta qualche ora prima.
La vedeva più radiosa, capace di azzerare del tutto la sua attenzione verso ogni altro oggetto o persona della Sala. I suoi occhi rossi rubino permasero sulla figura della ragazza colombiana per alcuni secondi, prima che, con una espressione seria e neutrale, tipica sua, si diresse verso quella zona del grandissimo tavolo dei Grifondoro, lanciando distrattamente un'occhiata a quello delle Serpi per rivolgere un saluto fugace e doveroso alla collega e più che amica Melia Herbert.
Le prime due che lo inquadrarono furono le compagne di Ariel, le quali forse l'avvertirono dell'arrivo del ragazzo, poiché anche lei subito si volse a guardarlo. Zephyr si appoggiò momentaneamente alla superficie del tavolo, fissando solo e soltanto lei, parlando con tono di voce normale, alla fine, non aveva assolutamente nulla da nascondere.

Vieni con me. Devo parlarti in privato.

Immagine


Qualora quindi la Grifondoro avesse accettato di andare con lui, avrebbe atteso che fosse giunta vicino a lui per prenderla per mano, senza chiedere permesso od altro, e cominciare a camminare silenzioso verso l'uscita, non curandosi né dei commenti dei pochi studenti lì né di quelli che avrebbero incontrato lungo il tragitto fino al terzo piano.
C'era un solo luogo, a parte la stanza delle necessità, dove sapeva che potevano conversare senza essere disturbati, inoltre la stanza delle necessità per quel che ne sapeva poteva essere occupata e non gli andava di incontrare altri e costringerli - perché li avrebbe costretti senza problemi - a sloggiare di lì per lasciare a lui e alla colombiana lo spazio necessario per parlare.
Aveva allora optato per il Bagno dei Prefetti. Typhon Seal si trovava alle Serre, Vergil Cartwright al Campo da Quidditch per non sapeva bene fare cosa, Arianna Ricciardi del tutto assente a causa degli allenamenti con Vastnor e Melia sentendoli dialogare, anche avvicinandosi se ne sarebbe andata senza destare sospetti o impicciarsi dei loro affari, in fondo le avrebbe raccontato tutto successivamente, senza detenere segreti inutili.

Bagno dei Prefetti - 10 Minuti dopo


Arrivati presso la porta del bagno, Zephyr la aprì lasciando la mano alla ragazza, invitandola con lo sguardo ad entrare.
Una volta dentro, chiuse l'ingresso a chiave e la diede subito ad Ariel: un modo come un altro per farle capire che di certo non aveva cattive intenzioni simil stupro o qualcosa del genere. Desiderava solo che non fossero interrotti o disturbati.
Era la prima volta per lui che faceva un discorso simile ad una persona e per di più il non poter immaginare che nella vita lo avrebbe mai fatto incrementava ulteriormente la preziosità di quell'attimo, portandolo ai limiti del possibile.
Finalmente poté prendersi il tempo necessario per guardarla dalla testa ai piedi, sbattendo le palpebre lentamente, inspirando, sentendo i battiti del cuore uguali a quelli di una persona normale, perché accelerati dall'emozione e dall'aver fatto i precedenti piani di scale.
Senza ancora dire nulla si avvicinò al lavello e lo aprì, facendo uscire un poco di acqua fredda con la quale si bagnò il viso, poi prese l'asciugamano e se lo passò sulla pelle, sentendo l'odore profumato di pulito, mai buono quanto l'odore della pelle della ragazza.
Assurdo, stava pensando proprio una cosa simile?
Ad ogni modo, doveva darle qualche risposta, aprire bocca, altrimenti rischiava di metterla in ansia o a disagio più di quanto già non fossero, probabilmente, entrambi. Si volse, coprì la distanza tra loro con un passo, la guardò intensamente.

... Ti amo.


Decisamente il modo migliore per affermare con tatto le cose.[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 05/09/2013, 0:23

[tahoma]
(Sala Grande - Martedì (il giorno seguente all'incontro con la Cyprus) - ore 9.17)


Davvero quelle stronze ti hanno detto così?!
Meno male che è intervenuta la Herbert, altrimenti avrei spaccato loro la faccia e sai che non sto scherzando!


Per fortuna quella Serpeverde è stata gentile, anche se un po' è strano, non trovate?
Insomma, si sa che tra Serpi e Grifi non scorre certo buon sangue...


Forse le ha dato fastidio che una sua compagna di scuola venisse trattata così da quelle ochette americane da quattro galeoni!
In ogni caso... non puoi lasciarti trattare così Ariel, devi reagire!


Sam ha ragione, ti hanno umiliata anche troppo, è tempo che ti difendi e le mandi a quel paese, se necessario!
E se poi ti danno ancora fastidio dillo a noi, che le sistemiamo per bene!


Ariel sorrise, commossa di tante attenzioni: Samantha e Mary-Jane erano le sue migliori amiche da quando aveva messo piede ad Hogwarts, un po' come Calvin ed Evan per Vergil insomma, ed ogni volta che le due dimostravano di tenere così tanto a lei, la Grifondoro si sentiva la più fortunata del mondo; aveva raccontato loro cosa fosse successo a poche ore dal primo incontro con la Cyprus tra lei e alcune ragazze americane, e di come grazie a Melia tutto si fosse risolto per il meglio, subendo al contempo la ramanzina delle amiche preoccupate.

Quello che io e Mary stiamo cercando di dirti è che...

Lo so, lo so e avete perfettamente ragione, dico davvero!
So che dovrei reagire, che dovrei mandarle a farsi fottere e dire loro che non sono più quella di un tempo e merito del rispetto... ma il fatto è che quando me le trovo davanti perdo totalmente il controllo, non ci capisco più niente, e--


Ariel!

La Jiménez sbatté le palpebre un paio di volte, spostando lo sguardo su Mary-Jane con fare preoccupato e mortificato al tempo stesso.

Ecco, lo sapevo, ho di nuovo parlato troppo, vero?
Scusatemi, ecco un'altra cosa che proprio mi riesce male!


Ma no, che c'entri tu!

Uhm? Ma allora...

Zephyr sta venendo qui!!

Non poté impedire al proprio cuore di accelerare il proprio battito cardiaco, né alle sue guance di colorarsi istantaneamente di rosso, mascherato bene per fortuna dalla propria carnagione abbronzata per natura; poté però impedire alle amiche di ridacchiare come due sceme e metterla in imbarazzo, ed infatti lanciò loro un'occhiata omicida - quando voleva le riuscivano benissimo - cosicché le due potessero tornare serie giusto in tempo per osservare Ariel voltarsi ed incrociare proprio lo sguardo di Zephyr, quegli occhi di un rosso intenso che da settimane a quella parte erano riusciti a farle dimenticare tutto il resto...
Cartwright compreso.

Vieni con me. Devo parlarti in privato.

Ah... o-okay...
Allora, ehm, ragazze...


Vai vai, ci vediamo di fronte all'aula della Vireau!

La incitò a bassa voce Samantha strizzandole l'occhio, spingendola anche per farla alzare più in fretta e avvicinarsi al Corvonero: sentendo le guance in fiamme, la Grifondoro raccolse velocemente la borsa coi libri e affiancò il Prefetto nero-blu, sgranando gli occhi sorpresa quando sentì che lui le prendeva tranquillamente la mano come nulla fosse; ciò nonostante non disse nulla, limitandosi a seguirlo silenziosa fuori dalla Sala Grande e poi per le scale, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
Perché le aveva preso la mano? Perché non stava dicendo una parola? Perché aveva voluto andarsene dalla Sala Grande e dove la stava portando?
Non aveva alcuna risposta per quegli interrogativi, e sapeva che essa non sarebbe arrivata fino a che Zephyr non avesse deciso di condividere con lei i propri pensieri... perciò non poteva fare altro che aspettare.

(Bagno dei Prefetti - Dieci minuti più tardi)


L'aveva seguito in silenzio per tutto il tragitto, alzando di tanto in tanto gli occhi su di lui per osservare il profilo del ragazzo e chiedersi per l'ennesima volta dove la stesse portando e perché: Zephyr era solitamente un tipo calmo e pacato, perciò doveva essere successo qualcosa di molto grosso per spingerlo a trascinarla non si sapeva bene dove né per quale motivo, e Ariel temeva che fosse successo qualcosa di grave; ma cosa? Anche sforzandosi, non riusciva proprio ad immaginarlo.
Finalmente, dopo dieci minuti di camminata, raggiunsero il bagno dei Prefetti, luogo accessibile solo a lei, Zephyr, Melia, Vergil e Typhon; e visto che, tolti i primi due, gli altri erano tutti impegnati, non c'era dubbio che lì sarebbero stati tranquilli ed avrebbero potuto parlare indisturbati.
Entrò incerta nel bagno, guardandosi intorno per poi prendere perplessa la chiave dell'ingresso del bagno, che Kenway aveva chiuso a chiave, non preoccupata per ciò che lui poteva farle ma interdetta dal suo comportamento e curiosa di sapere cosa l'avesse scatenato.
Non sapendo bene che fare, la Grifondoro si appoggiò alla porta chiusa dietro di sé, osservando i movimenti di Zephyr che sembrava... nervoso? Non ne era sicura, ma di certo sapeva che non aveva ancora detto una parola.

Immagine


Lo osservò studiarla prima - il suo sguardo su di sé la fece arrossire e rabbrividire insieme - per poi sciacquarsi il viso ed asciugarselo, e ancora non una sola parola: avrebbe voluto fargli una domanda ma temeva d'indispettirlo, come se si sentisse negare il proprio tempo; forse doveva elaborare qualcosa prima di esporlo ad alta voce... ma non fece in tempo a formulare altre ipotesi che il ragazzo le si avvicinò, tornandole vicino, e schiuse le labbra.

... Ti amo.

Immagine


Fu quasi certa di aver sentito il proprio battito cardiaco impennarsi per alcuni secondi e poi fermarsi del tutto prima di ricominciare a tamburellare furioso nel suo petto solo per fermarsi di nuovo, in un ciclo infinito: sentì la bocca farsi improvvisamente secca, le gambe tremarle e il respiro mozzarsi in gola; sgranò gli occhi e spalancò la bocca formando una "O" perfetta con le labbra, un'espressione ben poco sensuale ma molto, molto spontanea.
Una parte di lei si chiese distrattamente se avere un infarto fosse consigliabile lì dentro, ma qualcosa la convinse a desistere perché, probabilmente, se si fosse persa l'amichevole contro la Cyprus la Vireau l'avrebbe uccisa.
La verità era che non poteva credere alle proprie orecchie, non ci riusciva proprio: lei non era quella di cui i ragazzi s'innamoravano, al massimo era quella che s'innamorava e poi veniva respinta - Vergil Cartwright docet; allora com'era possibile che ciò che aveva detto Zephyr fosse reale?
Come poteva... amarla?
Da quando poi? Aveva capito - più che altro erano state le amiche a metterglielo in testa - che forse Kenway fosse interessato a lei, ma aveva anche sempre pensato che si sbagliassero tutti, e lui la volesse solo come amica!
Possibile che fosse stata così dannatamente ingenua e cieca?

... come... come mi ami?
Sei... sicuro di quello che dici? Non è che qualcuno ti ha fatto un incantesimo per prendermi in giro? Magari Regina e le sue amiche, evidentemente ieri non le è bastato...


Domandò Ariel, pensando subito che lui fosse il mezzo con cui quelle tre arpie si stavano prendendo gioco di lei: era plausibile in fondo, erano capaci di tutto e, in quel caso, Zephyr non avrebbe avuto colpa; come lui, anche Ariel vagliava tutte le ipotesi prima di poter arrivare alla verità, non potendo dunque credere al momento che la verità fosse quella semplice e diretta che lui le aveva posto davanti.
Aveva parlato senza riflettere, forse non era stato un bene fare accenno a ciò che era successo al Lago il giorno prima vista la reazione avuta da Zephyr al mattino, contro di loro, ma quel commento le era uscito spontaneo dalle labbra ed ora non poteva fare nulla per rimangiarselo anche perché, a ben pensarci, c'erano cose più gravi ed importanti a cui pensare.[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 05/09/2013, 2:08

[newsgoth]Alle parole "Ti amo", il cuore di Ariel prese a battere in maniera forsennata, quasi le avessero appena detto della morte di un parente.
In quel caso, l'emozione era decisamente più positiva rispetto ad un lutto, questo veniva spiegato anche dal rossore più accentuato sulle guance della ragazza, forse fin troppo imbarazzata per trovare un commento adeguato e sopratutto immediato alla confessione del Corvonero.
Guardandola con intensità, Zephyr appariva come la persona più sincera e seria del mondo, manco avesse esposto uno dei più grandi segreti dell'intero universo, merito anche del fatto che per lui quella era una frase di svolta per sé stesso, per la sua vita, per il suo essere.
Raggiungere la consapevolezza che si amava qualcuno per molti era ordinaria amministrazione: tal volta il ragazzo camminava per i corridoi, scoprendo della nascita di altre coppie su coppie nel panorama vasto della scuola di Hogwarts, un complesso contenente quasi 10.000 studenti.
Per lui invece non era affatto un evento normale, anzi, era qualcosa che andava visto sotto la stessa ottica di una prima volta per una ragazza, anzi no, forse molto, molto di più. Essere innamorato significava provare emozioni positive, provare qualcosa di comune agli uomini, insomma, un ulteriore passo alla comunione tra lui e quel mondo al quale non si era mai sentito di appartenere da nessun punto di vista.
Adesso per lo meno qualcosa c'era, l'amore, la voglia di avere accanto qualcuno, un desiderio sessuale (perché a tutti gli effetti la colombiana risvegliava facilmente i suoi sensi) non vincolato ad un legame chimico come avveniva con Melia Herbert, il batticuore.
Sapeva che in qualche modo avrebbe dovuto frenare tutti quegli istinti accavallati uno sopra l'altro perché ella aveva necessità di tempo ed elaborazione per rispondere, peccato che quello che disse successivamente fu ben diverso da quanto lui, anche solo ipoteticamente, si era aspettato ed aveva immaginato per tutta la prima parte della mattinata.

... come... come mi ami?
Sei... sicuro di quello che dici?
Non è che qualcuno ti ha fatto un incantesimo per prendermi in giro? Magari Regina e le sue amiche, evidentemente ieri non le è bastato...


Il fatto che Ariel avesse subito altri soprusi nella giornata precedente, al pomeriggio, con molta probabilità, passò momentaneamente in secondo piano. Non era affatto una dimostrazione di egoismo quanto momentaneo sbigottimento per la risposta ricevuta, a tratti inconcepibile.
Ovvio, anche lui inizialmente aveva pensato alla possibilità di essere stato drogato con qualche pozione, snaturando così la bellezza di una scoperta interiore tanto bella e tanto puramente avvolgente, ma adesso, lì, in quel luogo, dopo aver espresso i suoi sentimenti ed aver aperto il suo cuore, ammise a sé stesso che l'ultima cosa che avrebbe voluto ascoltare era una domanda sul perché e sul per come.
Sbattendo le palpebre altre due volte, abbassò lo sguardo, rimanendo serio ma celando una spontanea tristezza che si tradusse in uno scintillio degli occhi più attenuato, quasi completamente oscurato. Fece un passo indietro, in silenzio, leccandosi le labbra con lentezza, senza alcuna intenzione maliziosa, riflettendo attentamente su quella domanda, cercando di contenere in sé quella piccola e prima delusione in merito sentimentale della sua vita, mettendo in conto la scarsa autostima della colombiana e la sua propensione a non sentirsi un gran che.
Decise allora di provare prima a farle un veloce resoconto logico, in modo da farla entrare prima nell'ottica reale della situazione e successivamente osservare un eventuale nuovo comportamento legato alla sicurezza di non avere di fronte un burattino guidato ma un ragazzo innamorato.

Punto primo: una Maledizione Senza Perdono come l'Imperio non può essere fatta da un comune studente e dubito che tra i professori ci sia qualcuno interessato a scherzare con i tuoi sentimenti.
Punto secondo: a che pro somministrarmi una pozione d'amore indirizzandomi verso di te? Se fosse stata opera delle ragazze che tanto ti odiano, ovvero solo le americane, considerando che qui hai solo buone amicizie, sarebbe stato molto più furbo indicare come oggetto del mio finto desiderio una qualsiasi di loro per puro lustro di ego personale, recandoti ancora più sofferenza.
Punto terzo: la tua quasi totale incapacità di realizzare obiettivamente quanto sei bella e la tua autostima decisamente inferiore alla media potrebbero averti messo in testa paure totalmente infondate.


Fece una piccola pausa, tornando nuovamente a guardarla negli occhi.
Avanzando e riconquistando la stessa posizione precedente, avanzò la mancina fino al fianco della Grifondoro, mentre la destra scivolava prima sulla guancia, poi, piano e con delicatezza dietro il collo. L'intento di sciacquarsi prima le mani con l'acqua calda fu fatto apposta per donare loro un poco di calore in più ed evitare così di impensierire la giovane cantante riguardo la temperatura molto più bassa del compagno.
Il pollice carezzò la pelle morbida e profumata, poi in uno scatto istintivo e verso la fine anche incerto si portò con il viso a brevissima distanza dal suo sfiorando le labbra con le proprie, appoggiandole nel chiaro tentativo di darle un bacio a stampo, casto, dolcissimo.
Era il suo primo bacio, si, perché quelli con Melia non contavano, perché guidati da una voglia e da un desiderio non del tutto propri.
Quello invece era il primo bacio che donava con convinzione, con la paura di non essere capace, ma la sicurezza di fare ciò che sentiva senza remore, senza colpe, senza timori. La sinistra dal fianco raggiunse il braccio arrivando alla mano della Jiménez, chiedendole implicitamente di intrecciare le dita, e quel bacio sottile e sincero si perpetuò, almeno secondo il tempo da lui voluto, per circa dieci secondi, dopo di che, staccandosi con lentezza e leccandosi le labbra per sentire un altro piccolo accenno di quel buon sapore gustato fino a poco fa, decise di riprovarci ancora, con un tono di voce appena sussurrato e una nuova brillantezza nelle rosse iridi.

... Ti amo.
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 05/09/2013, 10:06

[tahoma]Dire che non era facile, per Ariel, concepire una notizia del genere, era un eufemismo bello e buono: chiaro che il primo pensiero fu uno scherzo, ed anche di pessimo gusto, architettato contro di lei di cui Zephyr era diventato mezzo inconsapevole; perchè non poteva amarla davvero, ovvio.
Lei era... lei.
Mentre lui era il ragazzo più bello - e grazie alle sue "caratteristiche" era davvero così - di tutta la scuola.
Insomma, non si poteva certo dire che fossero una coppia ben assortita, visivamente parlando, soprattutto perché lui aveva avuto modo d'imparare a conoscerla, di accorgersi di tutti i suoi difetti: l'insicurezza, la timidezza patologica, la parlantina eccessiva, l'entusiasmo a volte fuori luogo, la lacrima facile.... e avrebbe potuto avere qualsiasi altra ragazza, se solo avesse voluto.
Eppure le stava dicendo che l'amava: non credeva nemmeno che uno come il Corvonero concepisse l'amore, e non perché non potesse provarlo, ma perché non ne fosse interessato; dentro di sé aveva sempre considerato lui e Melia la cosa più vicina ad una coppia, forse segreta visto che non avevano mai ufficializzato, la cosa né avevano mai passeggiato per i corridoi mano nella mano scambiandosi sguardi innamorati.
In realtà quei due parlavano poco, come se bastasse loro guardarsi un attimo negli occhi per dirsi tutto, ma Ariel aveva catalogato la cosa come una sorta di amore alternativo e non convenzionale, ed aveva ringraziato Godric che, se non altro, al Prefetto nero-blu pareva piacere la sua compagnia al punto da stare spesso con lei, per le prove del coro.
Questo pensava che fosse Zephyr: un ragazzo che voleva esserle amico, aiutandola a migliorare nel canto perché le voleva bene; da lì ad amarla il salto qualitativo era grande quanto il Gran Canyon.
Naturalmente non voleva affatto ferirlo con quelle considerazioni forse tristi per lui, inaspettate, ma logiche per lei che non poteva credere ad una tale realtà dei fatti: l'aveva detto perché dentro di sé era convinta che lui si meritasse molto più di una come se stessa, e dunque voleva essere sicura che non ci fosse qualcosa di brutto dietro; quando però il ragazzo fece un passo indietro, qualcosa in Ariel le suggerì che forse aveva ferito i suoi sentimenti in quel modo, ed una fitta di senso di colpa le fece dolorosamente male al cuore.
Ma come poteva essere quella la verità, com'era possibile che dopo quattro anni di attesa per Vergil, un rifiuto ed altri due anni di solitudine, ora un ragazzo meraviglioso come Zephyr, tra tutte, avesse scelto proprio lei? Lo osservò titubante mentre non la guardava, umettandosi le labbra, ed aprì la bocca per dire qualcosa, anche solo scusarsi per averlo ferito non intenzionalmente... ma Kenway la precedette.

Punto primo: una Maledizione Senza Perdono come l'Imperio non può essere fatta da un comune studente e dubito che tra i professori ci sia qualcuno interessato a scherzare con i tuoi sentimenti.
Punto secondo: a che pro somministrarmi una pozione d'amore indirizzandomi verso di te? Se fosse stata opera delle ragazze che tanto ti odiano, ovvero solo le americane, considerando che qui hai solo buone amicizie, sarebbe stato molto più furbo indicare come oggetto del mio finto desiderio una qualsiasi di loro per puro lustro di ego personale, recandoti ancora più sofferenza.


In effetti messa così non aveva molto senso, ma avrebbero potuto farlo solo per ferirla perché lei teneva molto a lui.
Beh, in realtà si sentiva attratta, da Zephyr... si poteva dire che le piacesse. Molto. Troppo.
E forse Regina e le sue seguaci l'avevano compreso, anche considerando il fatto che Ariel non sapeva quasi mai celare le proprie emozioni, era un libro aperto o quasi per chiunque si fosse soffermato ad analizzarne l'espressione, gli occhi, la voce; se avessero capito che c'era un affetto forte misto a gelosia da parte della Jiménez, avrebbero potuto anche spingere Kenway verso di lei per poi risvegliarsi di colpo e doverle dire che non c'era nulla di vero, ferendola moltissimo... ma qualcosa le disse che era meglio tenere per sé quella teoria.

Punto terzo: la tua quasi totale incapacità di realizzare obiettivamente quanto sei bella e la tua autostima decisamente inferiore alla media potrebbero averti messo in testa paure totalmente infondate.

Era assurdo quel modo di parlare così pacato, razionale, logico.
Lei ricordava bene quando Vergil l'aveva rifiutata, come non era riuscita a trattenere le lacrime e il tremolio della voce... anche se qui la situazione era diversa perché, in effetti, Ariel non aveva detto di no a Zephyr, si era solo (?) rifiutata di credere che avesse parlato seriamente.
Ma provando ad aumentare momentaneamente la propria autostima di qualche punto, giusto per entrare nell'ottica di ciò che lui aveva detto... era davvero possibile? C'era davvero la possibilità che Zephyr Kenway, il Prefetto Corvonero, il ragazzo più bello, dolce e premuroso - perché così lo vedeva lei - della scuola... si fosse innamorato proprio di lei?
Il cuore, che non aveva smesso di battere all'impazzata, subì un'ulteriore accelerazione quando lui fece un paio di passi verso Ariel, posandole una mano sul fianco e l'altra sulla guancia prima e sul collo poi; gli occhi della Grifondoro si fecero lucidi mentre la bocca diventava nuovamente secca, arida, come se non bevesse da giorni.
Averlo così vicino, per la prima volta, le faceva sentire il proprio corpo come fosse iper-sensibile: le gambe le tremavano, la schiena veniva percorsa da piccoli brividi caldi, e i denti martoriavano il labbro inferiore senza riuscire a smettere.
Poi, l'impensabile.
Zephyr si avvicinò ancora di più, così tanto che Ariel poteva respirare il suo profumo come mai prima e sentire il suo alito sulla propria pelle: sapeva ciò che il ragazzo stava per fare, sapeva che di lì a poco sarebbe accaduto... il suo primo bacio, sì, perché quello con Vergil non contava proprio, non avendola ricambiata; finalmente, a 16 anni, stava ricevendo il suo primo bacio dal ragazzo che le piaceva, e non riusciva a smettere di pensarci.
Quasi per costringersi al silenzio mentale, ammesso che fosse possibile, Ariel serrò con forza gli occhi, attendendo quel contatto tra le loro labbra che giunse, finalmente, meno di tre secondi più tardi: fu una sensazione indescrivibile, perché per la prima volta stava baciando qualcuno che ricambiava i suoi sentimenti, forse anche troppo, qualcuno che voleva lei, e lei sola.
Non come amica, non come compagna di coro, ma come ragazza.
Gli occhi stretti quasi con cattiveria dolorosa si rilassarono leggermente, rimanendo chiusi ma senza quella forza di prima, ora più capaci di godersi quel momento; la mano sentì le dita di Zephyr cercarla, e timidamente le dita s'intrecciarono a quelle di lui mentre quel bacio, dolce e casto, finiva.
Non appena percepì il Corvonero staccarsi da lei, Ariel aprì gli occhi con uno scatto, quasi temendo di vederlo ridere di lei e della sua ingenuità: ma no, lui non l'avrebbe mai fatto, non era tipo; paradossalmente si fidava di Zephyr e dei suoi occhi rossi, con tutto che per molti erano fonte d'inquietudine.

... Ti amo.

... ti credo.

Rispose lei in un sussurro altrettanto basso, il respiro corto e la voce tremante che, per fortuna, un po' veniva nascosta dal fatto che aveva parlato a bassissima voce.
Sospirò una volte, due, mordendosi le labbra che ora sapevano di lui perché non sapeva bene cosa dire, temeva di ferirlo e di perderlo e non voleva che accadesse, perché teneva a Kenway con tutta se stessa.

Tu... mi piaci tanto.
Però non sono ancora...


Non terminò la frase, sicura che lui avrebbe capito: era stata innamorata di Vergil per quattro anni, sapeva riconoscere l'amore nel proprio cuore quando arrivava, e con Zephyr non aveva ancora raggiunto quel traguardo; però lui le piaceva davvero molto, si sentiva gelosa di lui e il cuore che le batteva forte nel petto era una prova che aveva detto la verità, che era stata sincera.
Solo che ora, come una cretina, non sapeva più che fare o che dire, limitandosi perciò ad abbassare lo sguardo con le guance rosse in fiamme e gli occhi lucidi di dolce spaesamento.[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 05/09/2013, 17:31

[newsgoth]A quel suo primo bacio, lei rispose, seppur non del tutto in modo attivo.
Incerta sul da farsi, si lasciò comunque toccare le labbra morbide, assaporando quel momento come fosse il primo della sua vita.
O forse era anche per lei il primo bacio e dunque per entrambi rappresentava un evento importante, da ricordare negli anni futuri.
Non ci pensava, per una volta e per quell'occasione Zephyr Kenway decise di non pensare, perché altrimenti avrebbe perso tutto il meraviglioso comparto fantasioso e inaspettato del bacio e della vicinanza nuova con lei, più vera e più intima.
Trovarsi inoltre in un luogo simile come il Bagno dei Prefetti conferiva una ulteriore sicurezza che niente e nessuno li avrebbe potuti disturbare.
Ogni cosa al suo posto, dalle mani intrecciate ai respiri incrociati alle labbra intente ad accarezzarsi languidamente con una punta di timidezza.
Un sogno da vivere ad occhi chiusi ma sensi accesi e ben svegli, captando ogni cambiamento e adeguandosi di conseguenza.
Quando quella serie di secondi preziosi e speciali terminò, chiedendone quasi subito una ipotetica replica, il ragazzo ribadì ancora una volta la confessione fatta dall'inizio del loro incontro isolato lì dentro, ma per fortuna Ariel sembrava aver deciso di avere fiducia in lui e non dubitare.

... ti credo.

Mi ami anche tu?


La ragazza si prese qualche secondo, forse per cercare di formulare al meglio la successiva risposta, ma non era difficile per il Corvonero capire subito che stava per dire una cosa ben diversa da un "anche io". Troppo tempo di reazione, troppo poco sorriso sulle labbra baciate poco fa, troppa indecisione sul da farsi o in quel caso, da dirsi. Ella si morse le labbra con aria nervosa, gli occhi comunque scintillanti di piacere, dunque se non altro ciò che era avvenuto non le dispiaceva, ma era un dato troppo poco preciso, calcolando che in quella scuola quale ragazza, tralasciando quelle fidanzate e in alcuni casi mettendo anche alcune di quelle nella lista, non avrebbe voluto un bacio dal semi-vampiro?
Il battito cardiaco le aumentò ancora, segno che si stava decidendo a pronunciare qualche parola. Le guance divennero più rosse, visibili anche attraverso la carnagione più olivastra della Jiménez. Kenway si preparò ad ascoltarla.

Tu... mi piaci tanto.
Però non sono ancora...


Non si poteva definire un rifiuto, no, ma nemmeno una buona notizia. Uno squilibrio di sentimenti, tra lui e lei. Un dato che non aveva calcolato.
Certo, per lui l'umanità rappresentava ancora un mondo da scoprire al 70/75%. I meccanismi del cuore lui non li sapeva, non conosceva come si manifestavano, come si gestivano, perché credeva che non avrebbe mai rappresentato in futuro un suo problema o un suo interesse.
Invece adesso si stava rendendo conto che gettandosi a capofitto in quella dichiarazione credeva in una specie di lieto fine da film, non mettendo in conto per nulla la possibilità di non essere totalmente ricambiato. In passato aveva eseguito ogni azione con lo scopo di portare la ragazza all'innamoramento nei suoi confronti, per giocarci, perché lei doveva essere il suo giocattolo, ed invece adesso, ironia della sorte, si trovava lui nella condizione di innamoramento e lei invece ancora no, ancora sotto il controllo della ragione e della razionalità, nemica del cuore.
Ad ogni modo il processo psicologico del ragazzo seguiva uno schema ben preciso, fatto non solo di variabili indipendenti ed imprevedibili, ma anche di un piano ben stabilito da seguire e portare avanti, a prescindere dai risultati che si venivano a creare di mezzo.
Voleva dirle cosa provava, perché per lui era importante, necessario, fondamentale, ma non avrebbe mai preteso di averla vicino come una fidanzata e non aveva deciso a priori cosa fare dopo la dichiarazione d'amore. Glielo voleva dire, questo contava. Voleva essere sincero con lei.
Nei limiti delle sue possibilità, ovviamente.

Va bene.
L'importante era che tu... Lo sapessi.
Scusa se ho interrotto la tua colazione.


Dalla tasca dei pantaloni estrasse una caramella che porse alla ragazza.
Ormai era una abitudine, ogni giorno le portava un presente dolce diverso, dal cioccolatino, al giandujotto, al confetto, alla gelatina di frutta. Quella mattina toccava alla caramella al latte e menta.
Il modo in cui gliela diede fu totalmente uguale a tutti gli altri giorni, senza differenti sfumature, senza parole, in un tenue silenzio e gentilezza spontanea che le dimostrava da molto tempo a quella parte, sia fuori che dentro le prove del coro.

Immagine

Tieni.


Piccola pausa, abbassando lo sguardo, poi riprese a guardarla negli occhi.
Un accenno di carezza sulla guancia sinistra.

... Qualunque cosa ti abbiano detto ieri, per me è tutto il contrario.
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 05/09/2013, 19:35

[tahoma]Non avrebbe mai pensato di trovarsi in una situazione come quella: lei, proprio lei, Ariel Jiménez, si era sentita improvvisamente dire "ti amo" dal ragazzo più bello di tutta la scuola... era assurdo, era pazzesco, era inconcepibile!
Eppure non poteva né voleva credere che ci fosse uno sbaglio, che fosse tutto uno scherzo, che non fosse vero: se Zephyr gliel'aveva detto allora lei gli credeva; il problema piuttosto era un altro, e cioè che, per quanto surreale fosse dal punto di vista di lei, i loro sentimenti viaggiavano su binari diversi, e mentre il Corvonero era già nella fase dell'amore, la Grifondoro era ancora in quella dell'affetto, di un sentimento che la portava a dire "mi piaci", ma non "ti amo".
Sapeva quanto potesse ferire una realtà del genere, perché l'aveva provato con Vergil sulla propria pelle: la cosa positiva, però, era che mentre il Tassorosso per lei non provava nulla, la Jiménez per lui sentiva di provare già qualcosa, a cui semplicemente si doveva dare il tempo di crescere.

Va bene.
L'importante era che tu... Lo sapessi.
Scusa se ho interrotto la tua colazione.


Cosa? Non mi hai disturbata, non è mai un disturbo per me parlarti!
Non devi pensare una cosa del genere, Zephyr, io...


Non finì la frase perché, come faceva da un po' di tempo a quella parte, il ragazzo le porse una caramella: era diventata una quotidianità ormai, e che fosse un cioccolatino, una gelatina, un confetto, o qualsiasi altra cosa, era sempre un pensiero per lei e lei sola, come a volerla viziare senza essere fastidioso od opprimente.

Tieni.

Grazie, e... Zephyr...

Solo in quel momento si accorse che le loro mani erano ancora intrecciate: abbassò lo sguardo su di loro, osservandole col cuore che riprendeva a battere forte, e con un piccolo sorriso timido strinse le dita di lui con le proprie tornando nel contempo a guardarlo negli occhi.

E' vero, io ancora non ti amo...
Ma da quando mi sei vicino, io ho smesso di pensare a Vergil, e ho cominciato a pensare a te... e mi piace pensarti.
Mi piace sentirti accanto a me, e... quel bacio, è stato...


Si fermò un momento, imbarazzata: una parte di lei voleva fermarsi e smettere di parlare, ma qualcosa la spinse a proseguire, a vincere la timidezza per lui, per quello che Zephyr le faceva provare.

... è stato bellissimo, è stato il momento più bello della mia vita.
Ma il mio sentimento per te deve ancora crescere un po', e tu... tu potresti aspettarmi?


Ecco, gliel'aveva chiesto.
Sapeva di non averne diritto - o forse sì? Era la prima volta che si ritrovava ad affrontare certe cose - e che forse era egoistico domandargli di aspettarla, di attendere fino a che non si fosse innamorata di lui... ma i presupposti c'erano tutti, e lei di sicuro non aveva intenzione di farlo attendere per anni per poi uscirsene con un nulla di fatto.
Attese quella risposta con ansia, col cuore che nuovamente batteva forte, fortissimo nel petto, soprattutto quando lui le accarezzò la guancia in un gesto molto dolce e intimo, del tutto nuovo per lei.

... Qualunque cosa ti abbiano detto ieri, per me è tutto il contrario.

Sorrise compiaciuta e timida per quelle parole, alzando leggermente le spalle prima di ammettere, per onor di verità, chi avesse avuto una parte fondamentale nel benessere della Grifondoro dopo quello scontro.

Sai, mi hanno fatta veramente a pezzi, ma... è intervenuta Melia, e le ha rimesse a posto in un secondo.
E' stata davvero gentile, non me l'aspettavo... credo di averla giudicata male solo perché...


Si fermò ancora, mordendosi il labbro inferiore, col cuore che saltava un battito: un'altra ammissione difficile, ma gli doveva anche quella perché, con lui, voleva essere del tutto sincera.

... perché ti sta sempre vicino, e io sono gelosa di te.

Ecco, l'aveva detto.
Erano per atteggiamenti ed emozioni come quella, di gelosia, che Ariel sperava tanto che Zephyr volesse aspettarla, perché sapeva dentro di sé che era sulla strada giusta, come un fiore a cui manca davvero pochissimo per sbocciare.

E poi... mi piacerebbe tanto... - sussurrò, la voce che ora tremava appena mentre alzava timidamente lo sguardo su di lui - ... baciarti ancora...[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 05/09/2013, 22:22

[newsgoth]
E' vero, io ancora non ti amo...
Ma da quando mi sei vicino, io ho smesso di pensare a Vergil, e ho cominciato a pensare a te... e mi piace pensarti.
Mi piace sentirti accanto a me, e... quel bacio, è stato...


...

... è stato bellissimo, è stato il momento più bello della mia vita.
Ma il mio sentimento per te deve ancora crescere un po', e tu... tu potresti aspettarmi?


Aspettarla. Cosa significava quella domanda in termini pratici?
Ariel non sapeva di avere davanti qualcuno di completamente estraneo a certi discorsi, a certe dinamiche, quindi aveva parlato nel modo in cui forse i normali coetanei e maschi abituati alle relazioni comprendevano pienamente senza dover fare domande.
Utilizzando la sua ragione e logica, il Corvonero ipotizzò che forse lei gli stava chiedendo di lasciare che quel sentimento crescesse e si trasformasse in qualcosa di nuovo, qualcosa di più grande e forte, uguale a quello della controparte, per farla breve.
Ma quindi, quando si innamorò di Vergil, la Jiménez dovette affrontare un simile percorso oppure si accorse subito di provare amore per lui?
C'erano diversi criteri per stabilire i sentimenti e la loro intensità oppure se non si provava subito l'amore allora non sarebbe mai stato uguale a quello di una persona che invece si era innamorata all'istante, senza bisogno di tempo?
Se lei gli stava chiedendo del tempo e dell'attesa, allora forse quella era un'idea da scartare, forse le dimestichezze del cuore variavano in base alla persona e in base alle sue esperienze passate, passando da quella più propensa ad innamorarsi a quella con l'anima più chiusa e diffidente.

Io non vado da nessuna parte.
Se amo te, non posso amare un'altra ragazza.
Tu invece, hai dimenticato Cartwright?


La calma che depositava in ogni parola era paragonabile a quella che si poteva percepire guardando lo specchio di un lago montano in Primavera.
Nessuna inclinazione particolare, nessuno strano increspamento nel tono, soltanto la limpida espressione delle parole e dei suoni.
Melia aveva imparato a guardare nei suoi occhi rossi e leggervi dentro quelle mille sfumature che normalmente lui celava in modo naturale al prossimo, ma non era un'impresa facile e tal volta anche la Serpeverde faceva molta fatica ad interpretare.
Per Ariel sarebbe stata dunque la stessa cosa oppure i sentimenti da lui provati e sentiti le avrebbero permesso di scrutare meglio e leggere in maniera più nitida i suoi pensieri e le sue sensazioni apparentemente prive di colore, tra il grigio e l'astratto?
Poco dopo averle dato la caramella, soffermò la sua attenzione sulle parole prima dette dalla colombiana a proposito dei ragazzi americani che nella giornata precedente, al pomeriggio, avevano rincarato la dose, aumentando gli insulti nei suoi confronti e facendola quindi soffrire ancora.
Apparentemente preoccupato per lei, Zephyr le disse che non doveva dar peso a quei commenti, reputandoli reali sono se rivolti verso di lei ma al contrario, perché questo lui pensava e questo per lui era importante.

Sai, mi hanno fatta veramente a pezzi, ma... è intervenuta Melia, e le ha rimesse a posto in un secondo.
E' stata davvero gentile, non me l'aspettavo... credo di averla giudicata male solo perché...


...

... perché ti sta sempre vicino, e io sono gelosa di te.


Altro particolare, la gelosia.
Quella che lui aveva provato nei confronti di Dylan Connor, il professore di Alchimia, era dunque gelosia?
Forse si, ma calibrata diversamente, più simile all'attaccamento affettivo che amoroso, alla preoccupazione per la sofferenza di qualcuno e non alla volontà di tenerlo legato a sé invidiando il primato che ha un'altra persona sul proprio oggetto di desiderio.
In quel caso invece, la gelosia esposta dalla Jiménez era invece proprio tarata seguendo uno schema di desiderio ed esclusiva.
Ella, come molte altre ragazze all'interno della scuola, non sapendo della relazione tra la studentessa e il professore, credeva che lui e la Herbert stessero insieme, questo giustificato e confermato dalle volte che stavano al tavolo vicini, o quando parlavano a bassa voce tra loro, escludendosi dal resto del mondo, trovando un proprio micro-habitat dove vivere sentimenti forse proibiti, forse misteriosi.
Era quindi suo compito smentire con lei quelle voce? Se l'amava e non voleva farla allontanare allora si, in quel caso doveva.
Ci mise qualche secondo per arrivarci, sempre per la stessa faccenda della poca esperienza in materia, poi, prese a parlare, sincero.

Io e Melia abbiamo una indole simile, simili vedute, simili desideri, simili istinti.
Come se io fossi un leone, e lei fosse una tigre.
Ma il leone non sta con la tigre, il leone vuole la leonessa.
Tu sei la mia leonessa.


La metafora più semplice ed istantanea che gli venne in mente, sperando che Ariel la comprendesse a pieno e capisse il suo ragionamento.
Melia era una predatrice, esattamente come lui, entrambi feroci, entrambi padroni del loro territorio, entrambi forti e pericolosi.
Appartenevano però a due specie di predatori diversi, pur avendo una particolarità in comune. Leone e Tigre erano felini, loro Aberrazioni.

E poi... mi piacerebbe tanto... baciarti ancora...

Allora perché non lo fai?
Essendo io l'innamorato, sono l'unico nella posizione di dover chiedere un permesso del genere.
Le mie labbra sono a tua disposizione.


Così, quasi a voler rafforzare ulteriormente quel concetto, Kenway si avvicinò di nuovo, talmente tanto da poterle far sentire ancora una volta l'odore della sua pelle, beandosi a sua volta di quello della colombiana e con esso, anche l'aroma dei suoi capelli e il calore del suo respiro.
Decise di poggiare tutte e due le mani sui fianchi della compagna del corpo, così da avere un maggiore controllo della situazione e sprigionare così il suo lato più possessivo e dominante. Adorava sentirla fremere al suo tocco e questo tipo di adorazioni sfociava naturalmente in un desiderio più passionale e carnale, fisico all'ennesima potenza, ben diverso da quello che Melia normalmente gli trasmetteva solo standogli ad un metro vicino.
Se la voglia che la "collega" gli trasmetteva era di toccarla e baciare ogni centimetro del suo corpo con forsennata dedizione, quella che invece gli suggeriva Ariel era la fantasia di un rapporto lento, sofferto quasi, incorniciato da una calma anticamera di effusioni, petting dal soft al più pesante ed infine alla scoperta del corpo altrui, tra sospiri, gemiti delicati e cauto avvicinamento al punto ultimo: lo sporcar la sua purezza.
Immerso in quei pensieri a tratti molto poco casti e molto poco amichevoli, Z diede un piccolo bacio al collo della compagna di scuola, risalendo con altri piccoli baci verso il mento, poi l'angolo delle labbra, la guancia ed infine la bocca, sulla quale rimase ancorato e fisso per ancora mezzo minuto, quindi ben tre volte più a lungo che il loro primo bacio avvenuto nemmeno cinque minuti prima.

Ora capisco perché l'hai difesa.
Tu mi vuoi bene.
Tu sai di lei.
Tu hai sempre saputo.
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 05/09/2013, 22:50

[tahoma]Non le stava rispondendo e questo, normalmente, avrebbe messo in agitazione qualunque ragazza: ma il prego di Ariel Jiménez era il saper cogliere le sfumature, nelle persone; forse perché era più sensibile agli altri, forse perché essendo timida sapeva parlare poco - tranne quand'era nervosa - ed ascoltare molto, fatto stava che ora, guardando gli occhi di Zephyr, non percepiva tanto titubanza, incertezza, come se non fosse sicuro di poterla/volerla aspettare, ma solo riflessione, come se dovesse ponderare la questione perché per la prima volta si ritrovava ad affrontarla.
Se c'era una cosa che la Grifondoro aveva capito sul ragazzo, era che il Corvonero era un po'... speciale: ma forse era anche per questo che le piaceva tanto.

Io non vado da nessuna parte.
Se amo te, non posso amare un'altra ragazza.
Tu invece, hai dimenticato Cartwright?


Sì... ormai lo vedo solo come un buon amico, e ne sono felice!
Ho passato sei anni, sai, a piangere per lui, ma ora... ora c'è un'altra persona a cui penso sempre...


Rispose con un sorriso timido, e in fondo non era difficile capire a chi si stesse riferendo la colombiana.
Subito dopo, la stessa Jiménez riuscì in un'impresa non indifferente, ovvero ammettere di provare gelosia verso Zephyr: per colpa di quel sentimento non era mai riuscita ad apprezzare troppo la Prefetta di Serpeverde, Melia Herbert, pensando erroneamente che fosse una sorta di fidanzata segreta per Kenway; dal giorno prima, però, da quando era intervenuta per aiutarla pur non avendo nessun motivo per farlo, Ariel si era ritrovava a cambiare opinione su di lei, anche considerando il fatto che, di fronte alla dichiarazione di Zephyr, l'idea che loro due fossero segretamente fidanzati si dissolveva come polvere.

Io e Melia abbiamo una indole simile, simili vedute, simili desideri, simili istinti.
Come se io fossi un leone, e lei fosse una tigre.
Ma il leone non sta con la tigre, il leone vuole la leonessa.
Tu sei la mia leonessa.


Un ragionamento metaforico che Ariel impiegò una decina di secondi per assimilare, analizzare ed infine comprendere, annuendo dopo quel breve lasso di tempo con un lento movimento del capo.

Sì, credo di aver capito.
E' la tua migliore amica, allora, il tuo punto di riferimento.


Dedusse, giustamente o meno, la Grifondoro, reinterpretando sotto quell'ottica - e in effetti così aveva un senso - tutti i comportamenti dell'uno verso l'altra: stavano sempre insieme, si spalleggiavano a vicenda, si comprendevano e si sostenevano non perché si amassero, ma perché si volessero bene.
Ora che lo sapeva era felice che Kenway avesse una persona come la Herbert accanto che voleva proteggerlo e prendersi cura di lui.
E forse fu anche il fatto di essere più tranquilla e serena che la spinse ad ammettere di volere tanto un secondo bacio, per assaporare nuovamente le labbra di lui.

Allora perché non lo fai?
Essendo io l'innamorato, sono l'unico nella posizione di dover chiedere un permesso del genere.
Le mie labbra sono a tua disposizione.


Fece una piccola risata timida a quelle parole, che però si spense quando sentì le mani di lui sui fianchi, un contatto che le scatenò mille brividi lungo la schiena e tremori diffusi nelle gambe: ma come faceva a farla sentire così con un semplice tocco?
Eppure non poteva rimanere ferma come una statua, doveva mostrare di non essere totalmente sprovveduta, beato Godric!
Per questo, incerta ma decisa a muoversi, alzò le braccia e le posò sul petto del Corvonero, la destra all'altezza del cuore di lui per sentirne i battiti mentre la sinistra si muoveva appena in una carezza leggera.

Mmh...

Un gemito incontrollato venne strappato dalle sue labbra quando Zephyr le posò quel primo bacio sul collo, un mugolio che le fece chiudere gli occhi inestasi mentre lui la baciava ancora e risaliva dal mento alla guancia per poi arrivare nuovamente alla bocca: quando le loro labbra s'incontrarono, le mani di Ariel salirono istantaneamente e in modo del tutto autonomo lungo il corpo del ragazzo, intrecciandosi dietro al suo collo; il capo s'inclinò lentamente di lato per baciarlo meglio, e la bocca prese a muoversi poco poco sulla sua, come a cercare di assaggiarla ma al tempo stesso timorosa di non esserne capace.
Il cuore, ovviamente, assomigliava ad un tamburo in procinto di esplodere, ma le andava bene così, voleva sentire quelle sensazioni e voleva godersele, perché erano reali e bellissime.
Quando si staccarono - e Ariel aveva il fiato cortissimo - la Grifondoro non si spostò però da lui, complice anche il fatto che temeva di finire a terra per colpa delle gambe incapace di sostenerla.

Ora... che succederà tra noi?
Perché se proviamo dei sentimenti... non possiamo essere amici...


Chiaro che chiedesse a lui, giudicandolo più esperto di lei nei rapporti di coppia: come poteva sapere che, tra tutti e due, potevano fare a gara a chi ne sapesse di meno?[/tahoma]
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Messaggioda Zephyr » 06/09/2013, 22:31

[newsgoth]Era appena il loro secondo bacio, eppure sembrava già che tra loro coesistesse una specie di legame indissolubile.
Zephyr le sfiorava le labbra con le sue e le sue percezioni del presente apparivano distorte, modificate, rese quasi oniriche.
Il legame, il magnetismo, l'attrazione, la connessione, erano tutti dettagli presenti anche nei baci che si scambiava con Melia, ma non c'era la stessa intensità, non c'era la stessa spontaneità e predestinazione, perché loro non erano uguali, lui ed Ariel erano un essere umano e una Aberrazione, una creatura che di umano ormai manteneva molto poco se non le apparenti fattezze.
Il mugolio uscito dalla bocca della Grifondoro contribuì ad una iniziale perdita della lucidità che rischiava seriamente di fargli perdere il controllo come avvenuto il giorno precedente, in Auditorium, cosa che lui non poteva assolutamente permettersi, onde dimostrare con chiarezza alla ragazza di non essere esattamente come tutti gli altri maschi della scuola, ma di custodire un segreto grande, molto grande e sopratutto molto pesante.
Aveva messo in conto di dover tenere quell'anonimo mistero per sempre, qualora si fosse affezionato molto a lei e la colombiana gli fosse rimasta vicino, quindi doveva presto iniziare a fare gioco forza su sé stesso, ampliare la concentrazione e la capacità di non perdere mia il controllo.
Quando infine quell'intervallo di dolce intimità si concluse, mettendo una momentanea parola "fine" alle effusioni erotiche/romantiche, sia lui che lei apparivano spaesati, ubriachi, insicuri, poco certi di sapere come doversi comportare da quel momento in poi, anzi, la cantante fece anche il grande errore di pensare che lui fosse il più ferrato in materia relazionale dei due.

Ora... che succederà tra noi?
Perché se proviamo dei sentimenti... non possiamo essere amici...


Credi sia giusto essere una coppia con una attuale differenza di sentimenti?
Fino ad ora non ci siamo comportati proprio da amici.
Possiamo avere momenti come questi in segreto e nel frattempo far finta di nulla.
Quando sarai sicura di aver fatto quello specifico passo, allora potremo essere fidanzati.


Almeno, quello era il suo punto di vista, un punto di vista che raggruppava i suoi soliti comportamenti con Melia non rivolti però ad una sempiterna segretezza ma ad un futuro ipotetico con definitiva uscita allo scoperto. Zephyr in quel senso non dimostrava di avere preoccupazioni o problemi nell'attendere, ipotizzando di non avere rivali ai quali dover far fronte, oppure ulteriori difficoltà o ostacoli alla creazione della storia.
Ancora con le mani di lei posate sul proprio petto, aveva dei battiti cardiaci normali, controllati, gli stessi di un essere umano qualsiasi.
In un'ottica naturale, poteva essere scambiato per un tizio con pieno autocontrollo, ma dal punto di vista di una Aberrazione, quello era un vero stato vicino alla fibrillazione, del tutto in contrasto con una normale idea comune.
Si allontanò da lei, prendendola per mano, andando fino alla panca di legno di fronte alla grande vasca di marmo unisex, dove solitamente ci si lavava in costume o nei passati casi della coppia Seal/Ricciardi, anche senza.
Sedutosi, accompagnò Ariel fino al sedersi sopra di lui, proprio come un ragazzo faceva con una ragazza con la quale faceva coppia, dimostrandola così di saper essere a suo agio con lei pure in tal senso, inoltre non perdeva mai occasione di guardarla, fissare ogni particolare del corpo, del vestito, delle scarpe, del taglio di capelli, del sottile trucco sul viso, ogni cosa che fosse cambiata dal giorno precedente.

Questa maglietta ti dona moltissimo.
Hai meno matita sugli occhi rispetto a ieri mattina.
Stai meglio.
Sei più bella.


Scostandole una ciocca di capelli tentò di avvicinarsi ancora una volta per baciarla di nuovo, sempre senza usare lingua, sempre con delicatezza.
Una calamita dalla quale era difficile sottrarsi, le labbra della Jiménez, tanto morbide quanto dolci e profumate, come l'aria che espirava.
Il sottile aroma di marmellata di fragole che stava mangiando a colazione gli rimbombava nel palato e zuccherava quel momento d'amore, amore per lui, si intende, ma comunque reale, vero, come mai gli era capitato di provarne. Felice, molto felice in un piccolo scomparto della sua anima fittizia, perché lui credeva essere tale, di saper amare, di saper apprezzare quei momenti e di non saper fare facilmente a meno dei baci e delle carezze. Le prese la destra, posandosela sulla guancia, sperando in una coccola, in un gesto d'affetto, come un bambino che non sa cosa fare ma sa cosa vuole, sa cosa desidera per sentirsi soddisfatto ed appagato. Terminò quell'ulteriore bacio con un piccolo morsetto al labbro inferiore della collega prefetta, staccandosi quel tanto che gli permettesse di guardarla nuovamente negli occhi.

... Oppure tu hai un'altra idea su come fare, tra noi?
[/newsgoth]
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Messaggioda Ariel » 06/09/2013, 23:22

[tahoma]Naturalmente aveva posto la sua ultima domanda ipotizzando che Zephyr fosse più ferrato di lei, su certe cose: e perché non avrebbe dovuto? Nella sua ottica, forse sbagliata, il Corvonero era già stato con delle ragazze, considerando che era entrato a Hogwarts al suo quarto anno e, fino al sesto, non aveva mai avuto occasione di parlargli o conoscerlo; perciò perché pensare che lui, il più bello e misterioso della scuola, fosse al suo primo rapporto serio?
Quant'era lontana dalla realtà la Jiménez, senza poterselo minimamente immaginare.

Credi sia giusto essere una coppia con una attuale differenza di sentimenti?

Io... non lo so...

Fino ad ora non ci siamo comportati proprio da amici.
Possiamo avere momenti come questi in segreto e nel frattempo far finta di nulla.
Quando sarai sicura di aver fatto quello specifico passo, allora potremo essere fidanzati.


In segreto.
Subito una parte di Ariel pensò che Kenway la volesse nascondere al mondo - o meglio, alla scuola - perché si vergognava di lei: e come biasimarlo, nel caso?
Insomma, avrebbe potuto avere una come la Herbert accanto, la più bella di Hogwarts a detta di tutti, e invece aveva scelto lei, l'inconsistente Ariel Jiménez... non ci sarebbe stato da stupirsi, dunque, se avesse preferito non far sapere a compagni e professori del loro rapporto.
Tuttavia non disse nulla ad alta voce, perché una parte razionale di lei immaginava che quello fosse solo un parto paranoico della sua mente, e pronunciarlo di fronte a lui probabilmente sarebbe apparso... offensivo; offensivo verso quello che Zephyr provava per lei, e poi avrebbe denotato anche una mancanza di fiducia.
E lei si fidava del ragazzo, spesso più che di se stessa.
Si lasciò prendere la mano, e lo seguì sulla panca, facendo per sedersi accanto a lui... ma Zephyr aveva un'altra idea in mente, e così la Grifondoro si ritrovò seduta sulle sue gambe e con le guance in fiamme: eppure non si era mai sentita tanto bene in tutta la sua vita, e la dimostrazione palese di questo erano i suoi occhi; quelle iridi verdi smeraldo non avevano mai brillato così tanto, prima.

Questa maglietta ti dona moltissimo.

Ah, grazie...
Sai, non è che sia di marca o costosa, ma... è comoda, e mi piace.


Hai meno matita sugli occhi rispetto a ieri mattina.
Stai meglio.
Sei più bella.


Davvero?
Sono contenta di... di piacerti...


Mormorò timida la ragazza, sorridendo imbarazzata ma felice, radiosa: lui la faceva sentire bella, speciale anche e soprattutto quando lei, invece, si sentiva anonima come chiunque altro; era una sensazione diversa da quella che aveva provato con Vergil, perché pur sentendosi speciale quando all'epoca, lui le sorrideva, Ariel sapeva che il Tassorosso non lo faceva con quell'intento... la vedeva come un'amica, ma niente di più.
Zephyr... lui era diverso, perché vedeva qualcosa in lei che nemmeno Ariel riusciva a riconoscere a se stessa: per qualche strano e assurdo motivo si era innamorato di lei, della sua timidezza, della sua goffaggine e probabilmente della sua ingenuità; e se andava bene a lui, che motivo aveva di lamentarsi?
Poi, un altro bacio: bastava che Zephyr si avvicinasse al suo viso per infiammarle i sensi, per farle perdere il senso della realtà; poteva apparire strano o assurdo da dire, ma era pur sempre una 17enne e, come tale, possedeva dei precisi impulsi sessuali. Così, quando Kenway s'impossessò nuovamente della sua bocca, con dolcezza, un altro piccolo gemito scappò dalle labbra piene della colombiana, che cercò di soffocarlo meglio che poteva: questo non le impediva certo di dimostrare tutta la dolcezza che possedeva e con cui si approcciava al mondo, ad ogni parte di esso e quindi ancora di più a lui; così, quando sentì che il Corvonero, prendendole la mano, se la portava alla guancia, la Grifa non perse tempo, iniziando ad accarezzarla mentre l'altra affondava nei suoi capelli e glieli coccolava, stringendosi così più intensamente al corpo dell'altro.
Quando tuttavia il ragazzo concluse quel bacio con un piccolo morso al labbro inferiore, Ariel non riuscì proprio a trattenersi ed un mugolio spezzato uscì dalla bocca semi-aperta della Prefetta.

Zephyr, ti prego...

Sussurrò la Jiménez, usando senza volerlo un tono di voce basso, quasi roco... eccitato.
Una sensazione mai provata prima, l'eccitazione, ma era pur vero che prima era ancora una ragazzina mentre ora, finalmente, era giunto anche per lei il momento di sentire gli ormoni reclamare un po' d'attenzione; il fiato era corto, quasi spezzato, il petto si alzava ed abbassava velocemente perché il cuore batteva all'impazzata, le labbra erano lucide e gonfie e gli occhi brillavano luminosi.

... Oppure tu hai un'altra idea su come fare, tra noi?

Io... so solo che ora come ora, vorrei...

Non finì la frase, combattuta tra istinto e ragione: il primo ebbe la meglio nell'esatto momento in cui, abbassando lo sguardo, quello di Ariel si riempì della bocca di lui; non si era mai resa conto di quanto desiderasse baciarlo, fino a quell'istante, ed ora pareva non riuscire a farne a meno; per questo, senza dire nulla - in fondo aveva detto che la sua bocca era a disposizione, no? - si abbassò su di lui e lo baciò nuovamente, questa volta però con più impeto, e soprattutto... con la lingua.
Timida, certo, e delicata nel tocco, ma Zephyr avrebbe potuto sentirla mentre assaggiava le sue labbra, cercando una via d'accesso per raggiungere la gemella in un impeto di spavalderia che lei nemmeno pensava di possedere; e se Kenway avesse consentito quell'accesso, allora un altro gemito, più profondo, si sarebbe fuso tra le loro labbra, accompagnato da un movimento involontario delle gambe che si sarebbero strette tra loro, la sinistra che però, nel movimento, avrebbe finito per strusciare contro il cavallo dei pantaloni di lui.[/tahoma]
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2012-10-28 18:12:04 Melia d20 5  
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